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Autore Bin Jip - FERRO 3 (La casa vuota)
gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 30-04-2005 10:28  
Scusa Petrus, ma non capisco quando ti riferisci al "cinema" a cosa intendi, per dire che Ferro3 non lo sia.
_________________
Qualunque destino, per lungo e complicato che sia, consta in realtà di un solo momento : quello in cui l'uomo sa per sempre chi è

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 30-04-2005 10:59  

Il motivo per cui sono tanto attratto dal cinema del coreano, un cinema in sè sporco e secondo me non privo di imperfezioni, è proprio per questa "nuova" concezione del linguaggio cinematografico che sembra essere nata.
Una sorta di ibrido tra cinema e video-arte al di fuori della materialità del primo, più vicino alle suggestioni e alla denuncia sociale del secondo.
Una veicolazione di emozioni tramite un linguaggio nuovo quindi che rapisce lo spettatore, lo ipnotizza, a volte lo turba, sempre servendosi di un codice fatto di segni diversi da quelli tradizionali, più complessi ma paradossalmente più accessibili allo spettatore di quanto non si possa immaginare (il successo di pubblico ne è la prova).
Storia, parole, senso, verosimiglianza...non sono necessari.
E non parlo solamente di Ferro 3, che si presenta solo come punto culminante di un percorso artistico iniziato 11 film addietro, ma di un po' tutta la sua produzione.
Kim Ki-duk non ha mai studiato cinema, ha iniziato con la pittura a Parigi per approdare del tutto casualmente alle immagini in movimento. Credo che questo, unito alla sua proverbiale velocità nel portare a termine i lavori (quasi avesse paura che passata l'ispirazione il film smarrisca la sua essenza) sia abbastanza significativo.
Non so se questa "nuova arte post-moderna" (mi permetto di esagerare con i termini) abbia qualcosa da spartire con il cinema occidentale contemporaneo ma di certo non ha grandi affinità con le nuove tendenze orientali.
Ho avuto la fortuna di passare qualche giorno al Far East festival, che si presenta come la più importante vetrina ci cinema asiatico in europa, e mi sono reso conto di come il linguaggio di Ki-duk esuli da ogni paragone s'imponga come un cinema del tutto fuori dagli schemi,
un cinema d'avanguardia oserei dire.

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perchè l'italiano è sempre quello che va piano quando vede la macchina della polizia e appena passata corre oltre il limite.

[anthares]

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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 30-04-2005 14:28  
quote:
In data 2005-04-30 10:59, Hawke84 scrive:

Una sorta di ibrido tra cinema e video-arte al di fuori della materialità del primo, più vicino alle suggestioni e alla denuncia sociale del secondo.
..................

Kim Ki-duk non ha mai studiato cinema, ha iniziato con la pittura a Parigi per approdare del tutto casualmente alle immagini in movimento. Credo che questo, sia abbastanza significativo.
Non so se questa "nuova arte post-moderna" (mi permetto di esagerare con i termini) abbia qualcosa da spartire con il cinema occidentale contemporaneo..




volevo quotare l intervento di petrus (bellissimo, complimenti), ma poi ho letto hawke e l ho trovato un ottimo spunto .
i miei complimenti per l onestà e la chiarezza del tuo post, che ha sviscerato perfettamente quello che è ferro3.
c'è da dire che dalla tua disamina, comune a quel che penso io, ci allontaniamo poi nelle conclusioni.
ti spiego perchè ho quotato queste tue frasi.
si ferro 3 è un IBRIDO tra cinema e video arte. ora, io credo che il cinema sia cinema e tale debba rimanere, l arte contemporanea ha subito una contaminazione fra generi e una mescolanza caotica. non esiste in pratica più la pittura o la scultura, ma si fa a gara a REINVENTARE il più possibile. non credo che il cinema debba subire nessuna contaminazione, ha le sue peculiarità strutturali le sue forze i suoi linguaggi.
che kim ki duk provenga dalla pittura è palese in ferro3 (che a me, come ho già scritto, sembra più un dipinto che un film).
e a mio avviso il film ne risente nella troppa esaltazione della perfezione estetica nella forma più che nella dinamicità.
infine tu definisci il suo cinema "nuova arte post moderna" . che , in quanto tale, non è cinema. non è più SOLO cinema.
il cinema a mio avviso non ha bisogno, per rinverdire le proprie fronde, di prendere a prestito nessun linguaggio artistico diverso dai propri.
è evidente che tu non la pensi cosi, e che trovi esaltante e suggestiva la creazione di questa nuova arte. che anche io posso ammirare, ma che non chiamo cinema.
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"In effetti la degenerazione non è mai divertente, bisogna saperla mantenere su livelli tollerabili.
Non è tanto una questione di civiltà, ma di intelligenza."
DEMONSETH

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gatsby

Reg.: 21 Nov 2002
Messaggi: 15032
Da: Roma (RM)
Inviato: 30-04-2005 14:39  
il cinema con meno di 100 anni di vita ha già trovato la sua identità? E' già così, punto?
Se permettete, non mi paiono argomneti validi per una critica.
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Ayrtonit
ex "ayrtonit"

Reg.: 06 Giu 2004
Messaggi: 12883
Da: treviglio (BG)
Inviato: 30-04-2005 14:43  
quote:
In data 2005-04-30 14:39, gatsby scrive:
il cinema con meno di 100 anni di vita ha già trovato la sua identità? E' già così, punto?
Se permettete, non mi paiono argomneti validi per una critica.



ma dai andrea il tuo post è tendenzioso e non segue il discorso fatto da hawke e me.
io ho detto cose diverse. non girar la frittata.

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DEMONSETH

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 30-04-2005 15:47  
Secondo me Ferro 3 è cinema e basta, certamente influenzato dall'arte ma di opera cinematografica a tutti gli effetti si tratta. Ed è un'opera che a me è piaciuta moltissimo, e la considero la conferma di una cinematografia, quella sud coreana, che seguo e apprezzo da vari anni. Mi fa molto piacere che finalmente anche il pubblico europeo e italiano si stiano avvicinando ai film che vengono da Seoul e dintorni, perchè è un'industria in continua e rapida espansione e ricca di talenti interessanti. Non bisogna dimenticare che fino a qualche decennio fa la Corea del sud era un regime e la censura imperava.
E proprio questa ritrovata libertà espressiva ha portato alla nascita di una serie di registi di grande spessore, tra i quali si possono citare, oltre a Kim Ki Duk, Lee Chang Dong, Park Chan Wook, Im Kwon Taek, Jeong Jae-eun. Kim si caratterizza per essere un regista molto prolifico, 12 film in appena dieci anni, e profondamente diverso dai suoi connazionali. E questa sua profonda distanza dal cinema tipico coreano ne fanno un regista molto più apprezzato all'estero che in patria. Al centro del suo cinema c'è il silenzio, che caratterizza i suoi personaggi in tanti film, la vendetta, la crudeltà e la sofferenza, e in molte pellicole si sente decisamente l'amore di Kim per l'arte. Da l'isola a Ferro 3, passando per Primavera, estate.
Ma nel cinema di Kim, temi centrali della cinematografia coreana si ritrovano spesso, dalle basi americane in Address Unknown, la paura per le invasioni dal nord in The Coast Guard, la prostituzione giovanile in Bad Guy e Birdcage Inn, anche se Kim riesce ad affrontarle in modo molto meno spettacolare e personalissimo. E riferimenti alla sua vita ritornano spesso, Parigi in Wild Animals, l'esercito in Real Fiction e Address Unknown, la pittura sempre in Real Fiction, l'esperienza religiosa in Primavera, estate..
Non so se questa passione per Ferro 3 e l'oriente più in generale sia solo una moda passeggera, ma immergendosi nel cinema dell'estremo oriente si trovano tantissime sorprese.

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 30-04-2005 16:25  
quote:
In data 2005-04-30 15:47, millio scrive:
profondamente diverso dai suoi connazionali. E questa sua profonda distanza dal cinema tipico coreano ne fanno un regista molto più apprezzato all'estero che in patria.



ecco si, questo intendevo quando dicevo che Kim Ki-duk è lontano anche dal cinema orientale contemporaneo.
E' proprio un autore a sè stante e chi s'innamora della sua opera lo fa indipendentemente dal fatto che arrivi dalla Korea!
Comunque non vorrei che adesso Ayrtonit estremizzasse troppo quello che ho scritto:
il cinema di Kim sembra avere dcome ho detto delle contaminazioni ma rimane sempre e comunque un "prodotto da grande schermo", una forma assai allettante e raffinata di cinema.


Aprendo una parentesi con Millo vorrei puntualizzare che in realtà il cinema corano contemporaneo sta attraversando un periodo delicatissimo che rispecchia per certi versi la "crisi" di Hong Kong di qualche anno fa. Leggevo sul catalogo del Far East (e l'ho potuto constatare poi con i miei occhi davanti allo schemo) che dopo il 2003, anno fenomenale per la korea con Old Boy, Memories of murder, A tale of Two sister ecc ecc, il 2004 è stato un anno pessimo, sopattutto perchè gl'ultimi film sembrano più orientati commercialmente e meno autoriali. Sono molte volte film già pensati per una esportazione verso il Giappone visto che le sale in patria stanno drasticamente calando. Per fortuna il sistema produttivo, che sembra ben oliato, e i numerosi finanziamenti da parte del governo possono scongiurare il pericolo di un'ulteriore anno nero, ma di certo la situazione non è delle più rosee.
Staremo a vedere.





[ Questo messaggio è stato modificato da: Hawke84 il 30-04-2005 alle 16:43 ]

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 30-04-2005 16:40  
quote:
In data 2005-04-30 15:47, millio scrive:
Al centro del suo cinema c'è il silenzio, che caratterizza i suoi personaggi in tanti film, la vendetta, la crudeltà e la sofferenza, e in molte pellicole si sente decisamente l'amore di Kim per l'arte. Da l'isola a Ferro 3, passando per Primavera, estate.


io direi che il cinema di Kim Ki-duk è invece fatto di violenti scontri tra eros e thanatos, di redenzioni che passano attraverso il peccato (vedi proprio gl'ultimi lavori), è un cinema fatto di ossimori che mantiene sempre una certa, magari velata, denuncia sociale (come tutta l'arte, o no?).
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[anthares]

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 30-04-2005 16:49  
Si Hawke, hai perfettamente ragione sulla caduta dell'ultimo anno. Ma i film commerciali coreani hanno un mercato vastissimo, il Giappone e la Cina, e quindi si punta molto a creare prodotti che possano andare forte li. E tutto ciò logicamente a discapito della qualità. Il cinema commerciale coreano mi da l'impressione di essere caratterizzato da commedie, simpatiche ma ripetitive, e che spesso annoiano, horror solitamente di buona fattura e grandi produzione che spesso trattano di temi importanti per la storia coreana. Tra le commedie, se my sassy girl era molto ben riuscita, lo stesso non si può dire per please teach me english, my tutor firend, windstruck e anche someone special, tutti degli ultimi anni.
Da poco ho visto un altro film di grande successo del 2004, Fighter in the wind, filmone sulle arti marziali, che narra la storia vera di un coreano divenuto un eroe per i teenagers giapponesi, amanti delle arti marziali. Film che indubbiamente hanno un grande mercato orientale ma che non sono granchè qualitativamente.

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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 30-04-2005 16:52  
quote:
In data 2005-04-30 16:40, Hawke84 scrive:
io direi che il cinema di Kim Ki-duk è invece fatto di violenti scontri tra eros e thanatos, di redenzioni che passano attraverso il peccato (vedi proprio gl'ultimi lavori), è un cinema fatto di ossimori che mantiene sempre una certa, magari velata, denuncia sociale (come tutta l'arte, o no?).



Si, la denuncia sociale è un aspetto che condivido pienamente e anche la questione della redenzione tramite il peccato è un aspetto molto interessante e che, riflettendoci, si può estendere a quasi tutta la sua filmografia.

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 30-04-2005 17:01  
Someone special è piaciuto al far East, non sono riuscito a vederlo ma si è classificato al terzo posto con con un 3.9/5
Cercherò di recuperarlo.
da dimenticare Crying out love,in the center of the world, Arahan, Everybody has a secrets (tra l'altro interminabile) e per quanto mi riguarda anche Road e A Family (appena sufficienti).
Un consiglio: buttati su Hong Kong nel 2005!
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pkdick

Reg.: 11 Set 2002
Messaggi: 20557
Da: Mercogliano (AV)
Inviato: 30-04-2005 17:11  
sono l'unico a provare una invidia cocente nei confronti di questi due?
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Quattro galìne dodicimila

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Hawke84

Reg.: 08 Giu 2004
Messaggi: 5586
Da: Cavarzere (VE)
Inviato: 30-04-2005 17:15  
quote:
In data 2005-04-30 17:11, pkdick scrive:
sono l'unico a provare una invidia cocente nei confronti di questi due?



perchè?
guarda che non è poi difficile procurarseli...
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millio

Reg.: 06 Gen 2005
Messaggi: 2394
Da: cagliari (CA)
Inviato: 30-04-2005 17:23  
quote:
In data 2005-04-30 17:01, Hawke84 scrive:
Someone special è piaciuto al far East, non sono riuscito a vederlo ma si è classificato al terzo posto con con un 3.9/5
Cercherò di recuperarlo.
da dimenticare Crying out love,in the center of the world, Arahan, Everybody has a secrets (tra l'altro interminabile) e per quanto mi riguarda anche Road e A Family (appena sufficienti).
Un consiglio: buttati su Hong Kong nel 2005!



Someone special è carino, lei mi piace molto, devo dirti che a me però è piaciuto di più Everybody has secrets, anche se non ti so spiegare bene il perchè.
Tra le commedie consiglio my sassy girl, con un attrice, jeon ji-hyeon, davvero bellissima, Take care of my cat, bella storia di amicizia tra un paio di ragazze.
Poi buonissimi film sono Save the green planet, riuscitissimo mix tra fantasy, thriller e commedia, con l'attore di Symphaty for mr.vengeance, Jsa di Park Chan Wook e Once upon a time in high school.
La cinematografia di Hong Kong mi è sempre piaciuta molto, comunque grazie del consiglio, le dedicherò ancora più attenzione.

[ Questo messaggio è stato modificato da: millio il 30-04-2005 alle 17:25 ]

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Luke71

Reg.: 06 Ago 2003
Messaggi: 3997
Da: pavia (PV)
Inviato: 30-04-2005 17:41  
Non sono molto d'accordo con chi definisce questa pellicola "non cinema".
Questo è lo stile se vogliamo minimalista (specie nei dialoghi) di Kim Ki-Duk,punto e basta,la bellezza visiva del suo cinema tradisce la sua formazione prevalentemente visiva, legata alla sua frequentazione dell'accademia delle belle arti di Parigi,questo è indubbio ed è anche uno dei punti di forza del suo cinema,ma non sarebbe sufficiente a spiegarne il successo di critica e pubblico.
Il suo cinema è pervaso da una personale poetica, che si concede tempi e silenzi assolutamente anomali nel cinema attuale,ciò non toglie nulla all'impatto emotivo e narrativo,nonchè cinematografico delle sue opere.
In L'ISOLA la scelta del personaggio femminile che è muta,risulta funzionale e perfetto per la poetica di Kim.
Qui in FERRO 3 i due protagonisti non parlano quasi mai,lei in fondo vive segregata e umiliata o anche picchiata da tempo,lui è una sorta di spirito libero che non accetta la società,benchè sia laureato potrebbe inserirsi in essa ma conduce un esistenza ai margini,entra nelle case per rubare in fondo un pezzo di vita,di intimità,di famiglia.
Assieme non parlano quasi mai,eppure stanno benissimo è come non volessero spezzare l'incantesimo,il marito di lei ad esempio parla in continuazione e a sproposito,con violenza verbale.
Quello che voglio dire è che ci stà in fondo la loro scelta di non parlarsi praticamente mai,l'abilità di Ki-Duk è anche qui creare un legame tra due persone solo fatto di sguardi e silenzi,come a volte accade anche nella vita reale.
Non capisco il voler etichettare questa pellicola come un qualcosa di diverso,con il sottointeso scopo di sminuirla anche in piccola parte.
Kim Ki-Duk è un regista,un autore di cinema,forse un tempo dipingeva solo su tela,ora dipinge sù pellicola un campionario di umanità e sensibilità notevole, poi chiamatelo come volete.

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